venerdì 19 luglio 2024

Coach severo, coach sereno.

Chiaramente sono tutto tranne un coach severo.

Prendete questa definizione con l'accezione che preferite, ma la serenità è l'unico approccio con cui voglio creare una connessione con i miei atleti.

Mi è capitato in più di un'occasione di dover rispondere alla domanda di qualche mio atleta (che proveniva da precedenti allenatori): "coach, ma non mi fai mai una cazziata?"

In realtà non è così, perchè a volte parte anche a me la brocca (sebbene bisogni impegnarsi parecchio), ma solitamente preferisco indirizzare e motivare (perchè la cazziata dovrebbe essere  finalizzata a qusto, no? indirizzare e motivare) i miei atleti in altri modi. 

Purtroppo lo sport è uno dei tant(issim)i campi dove la rigidità e la severità sono interpretati come sinonimi di professionalità: l'allenatore che rimprovera il suo atleta significa che ha controllato l'allenamento, ha trovato qualcosa che non va e deve farlo notare, soprattutto per giustificare il suo impegno come coach.

Spesso ci scordiamo che lo sport amatoriale, per quanto lo possiate interpretare in maniera ambiziosamente finalistica, deve fortemente restare un contesto di scarico di stress e riequilibratore degli ambiti familiari e professionali.

Quindi, caziate, rimbrotti e rimproveri li lasciamo alle anime in pena, qui c'è spazio solo per gli spiriti felici.

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