Da anni ormai utilizzo la programmazione inversa per preparare le stagioni agonistiche dei miei atleti.
Secondo i canoni di questa metodologia, in estrema sintesi significa che nell'offseason autunnale bisogna lavorare su qualità e/o velocità (non solo, naturalmente) riducendo drasticamente il volume ed i lavori aerobici.
Sutton, uno dei principali sostenitori di questo metodo, raccomanda addirittura di non superare mai l'ora di allenamento in questa fase.
Io però preferisco fare alcune variazioni su questo approccio, soprattutto nella corsa, dove comunque cerco di fare dei richiami costanti di lunghi estensivi.
Questo sostanzialmente per varie ragioni:
-Sutton allena prevalentemente professionisti che nella fase specifica, nella corsa sono in grado di sostenere elevatissimi volumi di allenamento, quindi tagliarlo in questo periodo non è un problema per loro
-gli stessi professionisti, in un'ora di corsa riescono comunque a mettere in cascina un buon chilometraggio (oltre al fatto di allenarsi costantemente con bigiornalieri, il che comunque produce necessariamente una importante base aerobica)
-per preservare i miei atleti dagli infortuni, nella fase specifica sviluppo un programma basato sulla consistenza che mi permette di fare i lunghissimi di corsa comunque con una distanza assai ridotta rispetto ai lunghissimi "tradizionali", ma c'è bisogna quindi di costruire un minimo di base aerobica in questo periodo
O forse quelle di sopra sono tutte scuse che mi do per giustificare il fatto di andare a perdermi per ore in mezzo ai boschi intorno casa mia...
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