La testa dei triatleti vorrebbe fare sempre di più di quello che può realmente fare.
Non parlo, questa occasione, di prestazioni sportive, ma di organizzazione.
Spesso mi è capitato di allenare atleti che volevano impostare la programmazione su sei allenamenti settimanali e poi riuscivano a malapena a farne quattro, e non per mancanza di voglia o motivazione (quello è un altro discorso) ma proprio per difficoltà professionali, familiari o personali difficiclmente procrastinabili.
La conseguenza è che (giustamente) davano priorità alle cose improtanti, tagliano però allenamenti a casaccio in base alle sopravvenute esigenze che mal si adattano ad una preprazione bilanciata.
In questi casi bisogna sempre partire dal numero minimo degli allenamenti che un atleta può assicurare: va bene anche quattro a settimana, ma che quattro siano, così l'allenatore può studiare e strutturare un programma equilibrato che permetta di sfruttare al meglio anche solamente quattro giorni di allenamento!
Certo, se poi gli strutturate la settimana con tre allenamenti e a malapena riesce a farne uno, allora forse è il caso di fargli notare che il triathlon non è probabilmente lo sport adatto a lui...
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