Ultimamente mi è capitato di richiamare qualche atleta sulla propria visione degli allenamenti.
Vantarsi di aver eseguito un duro allenamento con semplicità, oppure mettere in paragone lo stesso lavoro svolto un paio di settimane prima non è decisamente il modo giusto per progredire nella costruzione di un piano di programmazione.
Non è assolutamente questo il modo di interpretare i lavori settimanali.
Il rischio è quello di vivere e considerare l'allenamento come un vanto o qualcosa da migliorare di volta in volta, che ci porterà - SICURAMENTE - ad eseguirlo in maniera più intensa del dovuto/programmato, scadendo quindi nel No Pain No Gain (che ho già smerdato abbastanza).
I miglioramenti vanno sempre visti in un'ottica di lunga distanza, se sono a breve termine significa che sono effimeri, o comunque non indicativi.
L'autocompiacimento genera sopravvalutazione e false aspettative che non necessariamente coincidono con l'obiettivo definito nel lungo termine che alla fine, come ripeto incessantemente, è quello che conta.
Quindi, se proprio vogliamo vantarci ed esaltarci (perchè può essere bello anche questo aspetto dello sport), meglio farlo dopo le gare, che prima degli allenamenti!
2 commenti:
Ciao, concordo con il post quasi interamente. L’unica cosa che mi sento di dire è che con me ha sempre funzionato il vedere che un allenamento che facevo fatica a finire in alcune occasioni mi “veniva” facile in altre. Non per vantarmi con gli altri, figuriamoci, ma per farmi capire che ero sulla strada giusta. Sbaglio?
non sbagli affatto. Anche io ho fatto un "salto di qualità" quando dopo tanto tempo mi riuscì un 4x2000 come dicevo (e volevo) io!
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