Il mio compito come allenatore è, o dovrebbe essere, quello di guidare i miei atleti da un punto di partenza "A" verso il loro obiettivo "Z".
(Quasi) tutti potrebbero essere in grado di portare a termine un esordio nel triathlon o compeltare un IronMan anche da soli, ma il mio ruolo è secegliere per loro il miglior percorso.
Per arrivare da A a Z abbiamo solitamente tre percorsi.
Il primo solitamente è quello di partenza di chi cerca un allenatore. Come dicevo prima, potrebbero arrivare al loro risultato, ma probabilmente lo farebbero nei tempi e nei modi non ottimali.
Il secondo è quello che porta dritto alla meta. Per molti allenatori è la via preferibile. Dalla mia esperienza, arrivare immediatamente al proprio risultato non è la scelta ideale per vari motivi:
1) Forzare un processo di adattamenti che necessitano di tempi non brevissimi è una delle prima cause di infortuni
2) Arrivare subito al proprio obiettivo non consente di sviluppare una consistenza appropriata e le giuste abitudini che permettono di consolidare e migliorare con il tempo i propri obiettivi Spesso chi segue questo percorso ha successivamente una fase di continuo stallo, se non di regressione.
3) Certo, naturalmente si potrebbe pensare "più tieni un CLIENTE più tempo quello paga". Il ragionamento naturalmente ha senso e non c'è un modo per provare il contrario. Lì bisogna necessariamente fidarsi di un allenatore e trarre le conclusioni alla fine.
E poi c'è la terza via, che manco ve lo dico, è la mia preferita (e grazie al cazzo direte, altrimenti mica te la tenevi per ultima). In questo percorso, mi piace prendermi (e prendere per il mio atleta) il giusto tempo, senza fretta, per un miglioramente a lungo termine che permetta semplicemente di non passare da A a Z, ma di vivere e godere di B, C, D, E, F, G, H, I, L, M, N, O, P, Q, R, S, T, U e V.
E prima che me lo chiediate, sì, con atleti stranieri anche di J, K,W, X, e Y.
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