Il mondo del triathlon e degli allenamenti subisce chiaramente tutte le influenze (soprattutto quelle deleterie) scaturite dalle derive modaiole e consumistiche.
Ne facciamo tutti parte e di conseguenza dobbiamo necessariamente starne al gioco, sebbene individuarle e analizzarle resti ancora un aspetto divertente.
Tra le tante cose che stanno riempendo tutti i siti, post e video sugli allenamenti nelle ultime settimane c'è il culo.
Per una volta tanto evitiamo di focalizzarci sul fattore estetico ma su quello funzionale al nostro sport.
Questi sono solo alcuni degli articoli che mi è capitato di leggere nell'ultimo mese...
https://www.runnersworld.com/health-injuries/a63604178/dead-butt-syndrome/
https://www.therunningweek.com/post/dead-butt-syndrome-the-hidden-running-problem-you-need-to-fix
https://www.goodrx.com/well-being/movement-exercise/dead-butt-syndrome-exercises
Non so perchè ultimamente c'è un particolare richiamo a questo aspetto, ma stiamo comunque parlando di un fattore improtante che merita di essere quantomeno approfondito.
In sintesi, si parla di "Dead Butt Syndrome", o sindrome del gluteo morto, è una condizione caratterizzata dall'inattivazione o dalla ridotta funzione del muscolo medio gluteo, con conseguenti squilibri muscolari, dolori e problemi biomeccanici.
Questo disturbo è spesso associato a stili di vita sedentari, è può riscxontrarsi ANCHE in atleti molto forti, che però utilizzano quasi esclusivamente la muscolatura degli arti inferiori, compensando appunto un medio gluteo inibito o disfunzionale.
Quali sono le principale conseguenze, soprattutto nel triathlon?
Nel ciclismo, la posizione in sella può ridurre l'attivazione del medio gluteo e sovraccaricare il quadricipite e gli ischiocrurali.
Nella corsa, una biomeccanica alterata porta a una maggiore sollecitazione delle ginocchia e della parte bassa della schiena, aumentando il rischio di infortuni come la sindrome della bandelletta ileotibiale.
Nelle transizioni, passare dal ciclismo alla corsa può essere critico, poiché i glutei potrebbero non essere pronti ad attivarsi efficacemente.
Chiaramente stiamo parlando di un problema insidioso e spesso non riconosciuto che può compromettere le prestazioni e aumentare il rischio di infortuni.
E comunque sì, lo ammetto, ho giocato squallidamente con il titolo del post in stile clickbait per acchiappare più like e visibilità...
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