Parlare di obiettivi stagionali con i propri atleti è questione tanto delicata quanto complessa.
Sicuramente, una delle prime cose che "il bravo coach" dovrebbe fare è quella di definire in maniera chiara (almeno con quegli atleti che ricercano la prestazione sportiva) obiettivi che siano ben determinati, ambiziosi ma realistici.
Nel triathlon, determinare questo tipo di obiettivi è reso ulteriormente ostico dall'imprevedibilità e casualità di molti fattori: condizioni meteo, dislivelli delle frazioni ciclistiche e scia consentita o meno.
Proprio per questo, paradossalmente, più è lunga una gara maggiormente è semplice impostare un obiettivo cronometrico.
Il problema vero è far capire a qualcuno che ti dice "l'anno scorso ho fatto 1h15' all'olimpico di Sabaudia e quest'anno vorrei fare almeno 5' minuti meglio!".
Vaglielo a far capire che basta una boa spostata di 30metri o la presenza di un gruppetto più o meno numeroso in bici a far variare minuti a grappoli.
Molto più semplice, in questi casi, lavorare su obiettivi di classifica (primo terzo di classifica, ad esempio), ma di semplice, nel far ragionare un triatleta, non si palesa mai come una prospettiva realizzabile.
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