Con il tempo e la vecchiaia, ho avuto un approccio meno integralista alle modalità di allenamento.
Laddove davo esclusiva importanza alle sensazioni, ho imparato ad apprezzare anche la bontà dell'analisi dei freddi dati.
Qui bisogna comunque chiarire due cose:
1) svolgo quotidianamente un lavoro di analisi e ho sempre riconosciuto importanza e valore a questo tipo di metodo quindi, al contrario di quanto si possa pensare, non ho mai avuto un approccio prevenuto
2) resto comunque dell'idea che sopratutto nel triathlon, imparare a riconoscere, interpretare, valutare e gestire la percezione dell'intensità sia ancor più importante, per tanti fattori che ho già spiegato migliaia di volte, rispetto ad un'interpretazione rigida dei dati
Per la legge del contrappasso, chiaramente ho avuto e ho modo di allenare atleti che "ascoltano" solamente i numeri, arrivando a cose che credevo impossibili.
La difficoltà in questi casi è di non riuscire a gestire il riadattamento del passo in estate con le alte temperature, ostinandosi a mantenere determinati ritmi perchè "due mesi prima li facevano facili".
E quando - soluzione drastica a estreme testardaggini, ho impietosamente rimodulato tutte le loro intensità di carico, e finalmente i ritmi erano attinenti, subentrava il nuovo insormontabile dilemma.
"Ma non corrisponde il TSS!!!"
(tecnicamente: Training Stress Score, una stima di Training Peaks sul livello di intensità, ma forse sarebbe più adatto Trattamento Sanitario Straordinario)
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