Mi piace riternermi fortunato, sebbene abbia sempre pensato che la fortuna non esiste.
Soprattutto nello sport, chi giustifica prestazioni con fortuna e sfortuna chiaramente ha perso in partenza.
Un ciclista che cade non è sfortunato, è un insieme di mancanza di lucidità e riflessi, errori tecnici e inesperienza che non gli ha permesso di gestire perfettamente la situazione, nonostante possa esserci una componente di casualità (ammesso che esista anche il caso).
Ancelotti che fa rirpende le partite agli ultimi minuti non è fortunato, ma è un insieme di scelte tecniche azzeccate, capacità di motivare i sostituti che entrano in campo come se fossero titolari, comunicazione efficace, autorità riconosciuta, totale abnegazione della propria squadra alla sua causa.
Però naturalmente è più facile parlare di ciò che si vede e che si può analizzare.
Dati, valori, test, trend, valutazioni, elementi oggettivi e analizzabili, sono tutti aspetti che NON esauriscono il bagaglio delle competenze necessarie nel mondo dello sport, soprattutto per chi allena.
Ci si può riempire il Grand Canyon con le competenze nascoste altrettanto (se non più) fondamentali per la migliore relazzazione dei nostri obiettivo.
Poi, se volete, potete anche chiarle fortune.
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