Credo sia abbastanza evidente che la motivazione è uno degli elementi principali conil quale un atleta amatore inizia e, soprattutto continua ad allenarsi negli anni in uno sport così totalizzante come il triathlon.
Non parliamo di prestazione sportiva di per sè, ma di consistenza nella voglia di allenarsi e/o gareggiare.
Attraverso tanti anni di atleti allenato, penso di aver individuato alcune caratteristiche tipiche della motivazione mediante le quali si può riconoscere quanto potrà persistere nello sport.
La prima domanda che dobbiamo porci è la più difficile, perchè difficilmente riusciremo ad essere imparziali nell'autogiudizio, ovvero: per chi lo facciamo?
Utilizziamo un piano cartesiano: in cima all'asse delle ordinate Y metteremo "PER NOI STESSI" mentre in fondo metteremo "PER GLI ALTRI".
La seconda variante è determinata se ci alleniamo o meno con un obiettivo prestazionale, inserendo il risultato sull'asse delle ascisse X.
A questo punto formeremo 4 quadranti:
1) Quadrante dell'esaltato
2) Quadrante del benessere
3) Quadrante dell'agonista
4) Quadrante del testimone
Nel "Quadrante degli esaltato" la motivazione è solitamente molto alta e non c'è bisogno di particolari stimoli esterni per ricercarla. Il problema realè è quando l'obiettivo prestazionale è raggiunto: a quel punto o si cercano nuovi obiettivi o difficilmente si manterrà la voglia di allenarsi
Chi rientra nel settore benessere probabilmente è il più longevo: sono quei tizi che fanno sport per socializzare, per incotrarsi la domenica, per andare a mangiare o per scoprire posti nuovi. Solitamente smettono di fare sport quando non ce la fanno più (ma può capitare anche molto presto, visto che si allenano poco o male) o quando ci provano con la tizia con cui si allenano che li manda a cagare.
Gli agonisti sono quelli con la bava alla bocca, quelli che si studiano le startlist, che controllano su strava come si sta allenando il loro rivale (o semplicemente chi gli sta sul cazzo). Anche per loro la motivazione non è mai un problema, perchè chi è abituato ad avere nemici riesce a trovarseli anche dove non ce ne sono.
Per la mia esperienza, gli atleti potenzialmente più soggetti ad una prematura interruzione dello sport sono quelli che rientrano del Quadrante del testimone. "Testimone" perchè devono sempre provare a qualcun altro quanto valgono, quanto sono bravi o che sì, anche loro "ce la possono fare": un padre da gratificare, un coach a cui rendere conto, un marito a cui far vedere quanto si è brave (caratterstica tipicamente femminile), una moglie a cui vogliamo dimostrare che si può far tutto... Nonostante le intenzioni siano solitamente positive, la motivazione è sterile, perchè fondata sull'idea di aspettative altrui, quindi su nulla.
La cosa buona è che i quadranti sono sono fissi e si può passare nel corso degli anni da un settore all'altro, non necessariamente ad uno migliore, non volotariamente ad uno peggiore.
E voi, siete in grado, onoestamente, di riconoscere a quale quadrante appartenete?
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