martedì 7 maggio 2024

Perchè non corro e non correrò con il mio cane


River si è ritrovato in una casa con un tizio che ha completato 11 IronMan.

Che per lui sia sfortuna (come dicono in molti) o vantaggio (come dico io) resterà questione aperta, per quei molti.

Il concetto “adesso lo sfiancherai” è risultato obsoleto già ai suoi sei mesi quando, dopo ogni 10 secondi di camminata in montagna, River si siede, mi aspetta, mi guarda e mi dice “ma stai ancora lì?”.

Ho specificato camminata, perché sia ben chiaro che non sia corsa.

“Adesso te lo porterai a correre con te!” è stata la naturale prosecuzione dello scontato binomio IronMan-Golden Retriever.

Non c’ho pensato neanche una volta.

O meglio, c’ho pensato solo una volta, quella che da subito mi ha fatto separare le due cose.

L’allenamento è un fattore di vita, River è presenza esistenziale.

Entrambe le cose non potrebbero convivere, farei male entrambe.

Rovinerei entrambe.

Ciò non significa che non possa funzionare, in altri o anche in me, significa che non voglio.

Voglio fortemente mantenere una separazione, risoluzione degli elementi.

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