Durante la presentazione del mio libro "Triathlon e altre perdite di tempo", il buon Marco Raffaelli nel corso dell'intervista mi ha chiesto come mai ci fosse una percentuale eccezionalmente alta di donne nella nostra squadra.
La cosa naturalmente mi onora e inorgoglisce parecchio, perchè conquistare la fiducia del mondo femminile, anche e soprattutto in un mondo "di nicchia" come quello del triathlon non è affatto semplice.
I motivi, reali, tangibili, ce ne sono e anche tanti.
Già da qualche anno ci siamo impegnati attivamente come squadra, e per "squadra" intendo ogni singolo individuo del nostro meraviglioso team, a creare le condizioni ideali per allenarsi e gareggiare al meglio per l'universo femminile.
Dalle agevolazioni economiche (perchè possiamo fare gli idealisti quanto ci pare ma alla fine c'est l'argent qui fait la guerre) al supporto esperienziale delle nostre atlete "veterane" verso le neofite, con la dimostrazione che si può fare tutto e bene anche con figli e/o lavoro.
E poi, una delle cose più importanti e fondamentali: il tatto.
La delicatezza e rispetto che usiamo con le nostre atlete è un elemento imprescindibile, probabilmente (e per fortuna) per la quasi totalità del mondo sportivo, ma che non va mai dato per scontato.
Però visto che in questi casi c'è sempre l'altissimo rischio di autocelebrazione, ho chiesto direttamente alle nostre atlete "perchè proprio il Team Panda?".
Credo che la sintesi delle loro risposte sia il miglior pensiero che possiamo esprimere, come amici, come gruppo, come squadra e come famiglia:
"con il Team Panda ci siamo trovati e scelti, perchè come tutti i rapporti nella vita serve reciprocità, amore e rispetto e qui li ho trovati"
"perchè avete visto in me cose che non riuscivo a vedere"
"perchè non ci si prende sul serio dove c'è da scherzare ma dove si ripone attenzione dove le cose sono serie"
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