Il triathlon, è evidente, può essere uno sport totalizzante, sia dal punto di vista fisico che mentale.
Si comincia quasi per gioco con uno sprint e poi, molto spesso, si finisce nel vortice degli IronMan.
Chiaramente bisogna sapersi approcciare nel modo giusto, anche attraverso chi ha maturato la giusta esperienza in questo ambito.
Ho visto tante meteore nel mondo del triathlon amatoriale, molti arrivati con grandi proclami e scomparsi silenziosamente, altri giunti non esattamente convinti della scelta, altri ancora arrivati già molto preparati e solidi dal punto di vista sportivo, ma che hanno esaurito ben presto la motivazione.
I motivi possono essere tantissimi e svariati, dalla consapevolezza di un lavoro costante e duraturo, alla mancanza di miglioramento delle prestazioni connesso all'avanzare dell'età, ma anche all'impegno economico che una triplice disciplina richiede.
Per questo, una delle cose più importanti, non solo per chi si avvicina a questo sport, ma anche per chi lo pratica già da anni, è quello di strutturare la programmazione con una visione sostenibile a lungo termine, perché a lungo termine uscirà fuori tutto: motivazioni, difficoltà, problemi fisici, gestione alimentare, rapporti interpersonali... tutti elementi che inizialmente rischiano di essere tralasciati o sottovalutati ma che con il passare del tempo possono logorare corpo e spirito.
Poi c'è anche chi si accontenta di avere una fiammata, "tutto e subito", ma del rischio del "one last shot" già ho parlato in maniera più approfondita...
Non vi starò qui a dire di non esagerare con gli allenamenti o di allenarvi poco, per ognuno la misura può essere diversa, però deve essere sempre chiaro, in ogni momento della preprazione, uno stabile equilibrio di ogni aspetto della programmazione, perchè solo una pianificazione a lungo termine può portare ad un percorso sano e sereno.
Quando vi approcciate ad un programma di allenamento, questa dovrebbe essere la priorità, tutto il resto, quello buono, vi assicuro che verrà di conseguenza.
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