Sì, doveva essere un Everesting, ma ci siamo fermati a 6000mt di dislivello.
Tanti piccoli errori di inesperienza ci hanno portato a perdere vari minuti più del previsto nelle pause, e la rimodulazione dell'orario di fine non era più compatibile con i nostri impegni.
Tentativo di Everesting non riuscito?
Poco male, se cercavamo un senso a questa fatica l'abbiamo trovato.
Tentantivo di Everesting non riuscito?
Leggete e poi rispondente.
Io, Walter, Alessioe Matteo partiamo poco prima delle 21... in realtà eravamo pronti già una mezzoretta prima, ma Alessio si scorda il Garmin (niente di che, solo l'attrezzo che avrebbe dovuto certificare la nostra impresa) e aspettiamo la moglie Eleonora che si fa 30km per portarglielo. Naturalmente non è neanche incazzata, perchè sa che con questo ci campa di rendita per almeno due anni in favori da chiedere al marito!
La salita individuata per il tentativo è San Polo mdei Cavalieri lato Tiburtina, 7km per un dislivello medio del 5% circa, da fare una venticinquina di volte, per un totale di 360km circa.
L'occasione, come già condiviso più volte, era raccogliere fondi per l'A.Ge.Pi.
Le prime due salite, naturalmente, volano.
Poi arriva la prima difficoltà: il freddo.
Eravamo tutti attrezzati al meglio, ma il cambio tra vestiario leggero per la salita e quello pesante per la discesa ci prende più tempo del previsto, oltre le sosteper rifollarci con la crostata di Giusy e per la pipì per il freddo ad ogni discesa.
Fino ad una certa ora abbiamo anche il fotografo ufficiale che ci immortala mentre saliamo e scendiamo al buio, ma dopo mezzanotte siamo totalmente soli.
La sensazione è unica e (per noi) mai provata.
Saliamo nel cuore della notte, senza alcun rumore, in mezzo ai boschi illuminati solo dalle nostre luci e dalle stelle, accomapgnati da due volpi e un istrice, e c'è qualcosa di magico in tutto questo.
Il sonno e il freddo, sopratutto dalle 3 alle 4, sono logoranti, ma siamo ancora lucidi per apprezzare e goderci questi momenti indescrivibili.
Facciamo una salita completamente in silenzio, cercando un senso alla nostra fatica.
Alle 4:45 comincia ad albeggiare, e in quel momento scompare ogni fatica: il morale è alle stelle e non vediamo l'ora di continuare.
Altre due salite e ci fermiamo a San Polo a prendere un caffè ad un bar appena aperto.
Alle 8:30 arriva mia moglie con altro caffè e cornetti caldi, altra botta per il morale.
Passa un'altra ora e arrivano tanti altri Panda e amici ciclisti locali per accompagnarci per le salite ed amici e parenti lungo la strada si fermano per acclamarci... uno spettacolo ed un aiuto enorme, i chilometri scorrono senza accorgercene.
E poi al termine di una salita, la 14^ se non sbaglio, su in cima troviamo Chiara dell'A.Ge.Pi. che è venuta a sostenerci con il figlio Francesco. Dovremmo essere noi a regalargli un sorriso ed un'emozione, ma è il contrario.
Ci facciamo una foto insieme, lo abbraccio e gli do un bacio, ma vorrei stringerlo ancora più forte. Un vortice di emozione eche, parlandone durante la discesa con gli altri ragazzi, hanno avuto tutti.
Abbiamo trovato il senso a tutto questo.
Non la gloria personale o l'egocentrismo (che per affrontare una cosa del genere sicuramente erano presenti), ma aver fatto qualcosa, seppur una briciola sola, per Francesco.
Le soste si sono prolungate tantissimo, ci facciamo due conti e vediamo che l'orario di termine andrebbe ben oltre le nostre aspettative, rendendo tutto incompatibile con l'orario lavorativo del giorno seguente.
Matteo e Alessio si fermano dopo 16 salite, io e Walter ne facciamo una in più giusto per raggiungere 6000mt, ma il risultato sostanzialmente non cambia.
Adesso, vorrei ripetere la domanda iniziale,e date voi la risposta...tentativo non riuscito?
1 commento:
Bravi ragazzi
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