lunedì 4 maggio 2020
Fare della passione il proprio lavoro (e altre cazzate)
"Scegli un lavoro che ami, e non dovrai lavorare neppure un giorno in vita tua"
Dice Confucio.
Bravi, fate così - ammesso che abbiate la fortuna la capacità di poter scegliere il vostro lavoro - e vedrete che due coglioni!
La "passione" deve essere uno sfogo che non potrà mai essere accostata al lavoro, neanche se questo vi piace da morire.
Il lavoro, per sua essenza, è finalizzato ad una utilità, ad un guadagno e queste cose non potranno mai essere totalmente sovrapponibili con una cosa che fate per mero piacere.
Naturalmente sto parlando anche e soprattutto del nostro sport, che è totalizzante.
Con il tempo ho imparato a guardare con sospetto chi pensa solo al lavoro, chi si vanta di lavorare 24 ore al giorno, chi pensa che le distrazioni dal lavoro siano una dimostrazione di inefficienza.
Ma non vorrei dilungarmi sulla pochezza di queste cazzate, dal momento che ho già visto decine e decine di persone mandare a rotoli la propria famiglia per seguire l'ambizione di essere "i migliori" nella propria professione.
Anche se lavorate con e per lo sport, sì proprio quello sport che amate alla follia, spete benissimo che capiteranno rotture di coglioni assurde, tra l'altro in orari e momenti della giornata improbabili.
E se lo sfogo del lavoro (che amate alla follia) è la vostra passione (quindi lo stesso lavoro), dove sta l'indispensabile piacere dell'inutilità?
Ora vi chiedo...
Del lavoro, che è utile, potreste farne mai a meno?
E del triathlon, che è inutile, potreste farne mai a meno?
Passaggio successivo...
Senza il vostro lavoro, come impieghereste il suo tempo?
E ancora, senza triathlon, come impieghereste il vostro tempo?
Se le due risposte combaciano, traete le vostre cosniderazioni...
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
2 commenti:
Ma se fai del tuo hobby il tuo lavoro a quel punto ti trovi un secondo hobby, chiaro no
o due lavori...
Posta un commento