Ho inseguito per anni questa gara.
Per una serie di motivi alla fine saltava sempre.
Quest'anno, finalmente le condizioni per farla c'erano tutte.
Parlerò in un altro post della rimodulazione dei percorsi per il caldo e degli aspetti dell'organizzazione della gara.
Qui, come sempre, cercherò di trasmettere tutte le emozioni di queste scarse dieci ore che mi hanno accompagnato dal colpo di pistola dello start, fino al momento in cui ho alzato le braccia al cielo sotto il traguardo del mio sesto IronMan.
La partenza alle 6.30, invece che alle 7 come quasi tutte le gare del circuito IronMan, è un'ottima cosa.
Svegliarsi alle 3.30 o alle 4 cambia poco alla fine, ma sapere che le fatiche termineranno 30 minuti "prima" di godersi il risposo, a livello mentale funziona, almeno per me.
Come mi successe a Cervia due anni fa, appena entro in acqua mi sembra di essere nel mio ambiente naturale.
L'acqua tiepida ed il mare piatto come una tavola mi fanno realizzare che in quel momento non vorrei essere in alcun altro posto del mondo se non lì.
Le sensazioni sono ottime, ed anche se non azzecco perfettamente la traiettoria delle prime due boe, riesco a tenere un buon ritmo senza stancarmi.
Un po' prima di metà gara mi scontro con un altro atleta e sento il gps vibrare.
Capisco che si sarà spinto qualche pulsante e non potrò avere dati cronometrici, ma poco male, perchè sono abituato ad allenarmi senza riferimenti.
Quando termino la prima frazione infatti il cronometro si è bloccato a 24', ma la sensazione è di aver fatto una prova molto buona.
(Il cronometro ufficiale a fine gara segnerà 1h per il nuoto)
Quest'anno negli ultimi due mese della preparazione, per motivi organizzitivi sono riuscito ad allenare il nuoto solo una volta a settimana (mentre gli anni passati facevo 4 sessioni settimanali), ma la qualità sembra non averne risentito affatto, visto che è la mia seconda miglior prestazione di nuoto in un IronMan.
La bici ci dà il tempo solo una decina di chilometri di riscaldarci in pianura e poi comincia la giostra delle montagne.
Il taglio dell'organizzazione infatti ha segato solo le parti in pianura, mantenendo tutti i 2000mt di dislivello complessivo.
Prima di cominciare il piatto forte, c'è un breve tratto in discesa e su un dosso dissuasore mi vola una borraccia.
Poco male, penso, ne ho altre due, in più al km 70 ho gli special needs con altre 3 borracce personali che mi ero preparato anticipatamente.
La salita principale arriva a 45km ed è come me l'aspettavo: 20km di salita non troppo impegnativa ma infinita.
Nel frattempo il sole comincia a picchiare e il caldo si fa opprimente.
Bevo come un cammello e le scorte liquide stanno finendo precocemente.
Devo mangiare una barretta, ma fa talmente caldo che si intoppa in bocca e l'unico modo per buttarla giù e scioglierla con un po' d'acqua, anche se è l'ultimo sorso.
Ho ancora 15km di salita prima del mio ristoro personale e sto senza un goccio di acqua o sali.
Però penso che se Dio vorrà farmi bere, in qualche modo mi manderà l'acqua.
Troppo mistico?
Forse, ma fatto sta che appena giro un tornante vedo in lontananza due omini vestiti di rosso e sull'asfalto la scritta del ristoro tra 500mt.
Faccio il pieno di borracce e continuo a salire.
Ora, io adoro la salita, dove vivo io non puoi uscire in bici senza fare salite, ma in questo IronMan davvero non c'è tregua, non se ne esce mai.
Appena la strada scende un po' per recuperare, c'è subito un'altra salita, ed i muscoli, soprattutto con questo caldo, cominciano a bruciare.
Altra parentesi che probabilmente mi farà ricevere qualche critica.
Le mie aspettative sulla bellezza di questo percorso erano altissime.
Ho amici che tessono continuamente le lodi di quanto sia scenico il tratto ciclistico, che è anche uno dei fiori all'occhiello di IronMan.
Beh, forse il riferimento sarà dei nord europei, che non hanno salite storiche nelle loro terre, ma vi assicuro che qualsiasi salita di qualsiasi tratto appenninico italiano (ed evito di parlare delle alpi italiane) ha il doppio del fascino di questa.
Comunque, se si sale così tanto, alla fine bisognerà pure scendere.
L'aspetto tattico positivo di gare come queste è che prima di cominciare a correre c'è parecchio tempo per fare riposare le gambe.
In questo caso più di un'ora e mezza di discesa continua.
Il che non significa recuperare totalmente le fatiche iniziali, ma un bello scarico comunque c'è.
Quando entro in zona cambio c'è un'afa che sale dall'asfalto che toglie il fiato.
Ho fatto tutti i lunghi quest'anno alle 14, ma capisco subito che oggi sarà dura ed è meglio giocare in difesa.
Imposto l'andatura a 4'50", le gambe reagiscono meno peggio del previsto ma si fa fatica a respirare.
Decido di fermarmi qualche secondo ad ogni ristoro per sciacquarmi e rovesciarmi bottiglie di acqua in testa.
Al 5°km, subito dopo il primo giro di boa, arriva invece l'imprevisto.
Metto il piede male e faccio una storta assurda.
Il dolore è forte, ma per fortuna stringendo i denti non mi impedisce di correre.
Magari questo dolore al piede mi distoglie l'attenzione dal caldo, penso.
Sto cazzo!
Più corro più vado a fuoco.
Non riesco ad abbassare la temperatura del corpo.
Che poi non corro neanche troppo male, ma si dilatano tantissimi i tempi nei ristori dove seguo sempre questa routine:
- bevo due bicchieri di acqua
- mi ficco uno spicchio di arancia in bocca per mettere un po' aspro
- bevo altri due bicchieri di acqua
- sto fermo 20" sotto la doccia gelata
Poi riprendo a correre, e dopo 500mt sono di nuovo completamente asciutto e in ebollizione.
Alessia e i bambini non mi fanno mancare l'incitamento, ma si vede che non sto bene.
Per fortuna ho continuato ad alimentarmi ed idratarmi nel migliore dei modi e non ho mancamenti o momenti di poca lucidità, "basta" solo un po' di pazienza e porterò decentemente a casa questa gara.
Che è quello che strillo ai miei compagni di squadra Andrea e Lorenzo, anche loro sofferenti sotto lo stesso sole.
Quando mancano 7km il dolore al piede comincia a farmi veramente male, ma poco dopo si comincia a sentire in lontananza la voce dello speaker che celebra l'arrivo degli atleti.
E poi succede sempre così.
In quegli ultimi 200mt ti sembra che stai correndo al fresco, il dolore al piede è sparito e ti senti le forze per alzare un tir.
Individuo la mia famiglia tra il pubblico sugli spalti, mi avvicino e mi prendo un bacio da Alessia, Mavi e Jacopo.
Il cappellino da panda, come al solito, non può mancare per attraversare il traguardo.
9 ore e 52 minuti per fare 3.8km di nuoto, 153km di bici e 31km di corsa.
9 ore e 52 minuti per fare 3.8km di nuoto, 153km di bici e 31km di corsa.
"Stefano, I like your hat!" strilla Paul Kaye "From Italy... STEFANO STRONG"
Eh sì Paul, cazzo se sono stato STRONG!
4 commenti:
Grandissimo Stefano! Complimenti per la tenacia e la forza
Grazie, è stata una gran faticaccia! :)
Bravo, sub 10 anche tu, finalmente! :D
eh ma tu l'hai fatto a Francoforte che è pure Campionato Europeo! ;)
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