mercoledì 29 ottobre 2014
Sulla mia barba applicata al triathlon
Ieri per la prima volta la mia barba è stata associata a qualcosa che non fosse di origine araba.
"Aoh mica me starai a diventà un hipster?" mi ha detto il mio tatuatore mentre mi contorcevo sul lettino.
L'ho apprezzato davvero.
Di solito la domanda più inflazionata, anzi praticamente esclusiva, che mi viene rivolta è
"Dove lo tieni nascosto l'esplosivo?"
Per questo motivo ho stabilito il dazio di un obolo al prossimo che mi chiama talebano che finirà nel salvadanaio per la prossima bicicletta.
Non sto scherzando, chi ancora dice 'sta cosa ci mette un euro.
Ne ho già raccolti 826.
Che poi dico, apriamo anche le vedute, nel mondo ci sono altre popolazioni dove la cultura della barba è radicata.
Perchè nessuno mi dice che sembro un taglialegna canadese (che effettivamente è lo stile a cui mi ispiro), un arrampicatore ertano, un cestista sardo, un cantautore di Louisville, un centrocampista portoghese o un esploratore dell'Alaska.
Un po' di fantasia, su!
In realtà, la barba ha una motivazione che sfocia nella mia preparazione triatletica.
Sì, la barba si inzuppa in acqua, raccoglie moscerini in bici e mi rallenta nella corsa, ma quando stai diventando forte devi dare un piccolo vantaggio agli avversari...
...o no?
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