Triathleta del Mese
Molli Serrano
di Christian "Mac" Ferretti
Il mese di luglio ci porterà in Florida, e più precisamente a Plantation, una cittadina di media grandezza, gli americani direbbero forse piccola, con i suoi novantamila circa abitanti, sull'asse di quelle località più note che rispondono ai nomi di Ft. Lauderdale a Nord, e Miami a Sud, uno di quei posti da cartolina e serie tv, il cui motto molto U.S.A. è "The grass is greener". Ma non resteremo lì, ci sposteremo in un'altra località da favola, quella Kona, Hawaii, che non ha bisogno di presentazioni in una comunità di triatleti. Nel mezzo però, e alla fine, andremo anche in posti meno ambiti e ricercati, in corsie di ospedale, centri chemioterapici e sale operatorie. Perché sarà anche vero che a Plantation l'erba è più verde, ma il cancro non guarda i colori, né si preoccupa di quanti figli possa avere chi colpisce. Nel 2011, purtroppo, toccò a Molli Serrano, la nostra atleta del mese di giugno. Bionda che più bionda non si può, fisico asciutto e nervoso, nonostante la doppia gravidanza che la portò ad avere, nove anni fa, una splendida coppia di gemelli. Un marito devoto, Juan, e la tenacia che la porta ad essere considerata una delle migliori age grouper americane sulla lunga distanza. Insomma, la classica famiglia americana degli spot dei cereali. Fino al 2011. Un mese prima del suo quarto Ironman, a Klagenfurt, e dopo aver sfiorato anche in occasioni precedenti la qualifica per le Hawaii, un amico la convince che quei continui dolori allo stomaco non sono normali, ha bisogno di esami, di andare a fondo. La diagnosi è impietosa: cancro al pancreas, uno di quelli che, come ci dicono le fredde cifre, lascia meno speranze in assoluto. Il 20 %, viene detto a Molli. Ma lei è tosta: è arrivata al triathlon sulla scia del marito, ma ben presto è stato il marito a doversi accodare a lei. Ogni mattina allenamento, sveglia presto e via, certo il clima della Florida aiuta, ma - non lo scopro certo io -ci va una bella dose di costanza e forza d'animo, specie se si hanno figli piccoli. Forza d'animo che Molli non perde, decide subito che la malattia non l'avrà vinta, almeno non sulle sue abitudini. Ed è così, davvero incredibilmente: il 28 giugno 2011, giorno del settimo compleanno dei figli, va sotto i ferri. Le asportano metà del pancreas, metà dello stomaco, la colecisti e per buona misura anche una porzione di intestino. Due settimane dopo, è in bici. Ad ottobre dell'anno dopo, corre il "livelong Event" in Florida, una gara in bici di un centinaio circa di chilometri. Nel mezzo, però, salta ovviamente Klagenfurt, e con quello anche il sogno della qualifica alle Hawaii. Ma ecco che la buona sorte, la favola, il marketing, decidete voi, ci mettono lo zampino: invia un video di novanta secondi per un concorso indetto da WTC, per cui chi concorre deve declinare il suo personale significato del motto di ferro, "Anything is possible". Ed ecco che arriva la chiamata: Molli vince il suo slot a Kona, certo non passando dalla porta principale, ma chi se ne frega, date le circostanze. Ed ecco l'ennesimo scatto, l'ennesima dimostrazione di forza di volontà e coraggio. Non si contenta di fare il viaggio, di prendere magari simbolicamente il via per poi fermarsi. No, Molli, no. Molli si allena, esce in bici con la sacca per l'infusione dei chemioterapici infilata nella tasca della maglietta, si allena duro: 400-500 km in bici, 40-50 di corsa, e una ventina a nuoto. A settimana. Juan dice che mentre i medici curavano il suo corpo, l'allenamento cura la sua anima. E Molli ce la fa. Indossa un body viola, simbolo della lotta al cancro del pancreas, e un braccialetto con il motto "Prendere a calci il cancro con una volontà di Ferro -Iron Will - forza, fede e amore". E taglia la finish line di Kona, nel 2012, con un tempo che le vale il quarantanovesimo posto nella categoria 35-39, non proprio una categoria poco affollata. E con un buon tempo, 11 ore 39 minuti e 38 secondi, ben al di sotto delle preventivate 12 ore. Nel mezzo, un'apparizione in tv a "Today", che le vale un pizzico di fama e molti messaggi di sostegno, ed altri di ringraziamento, per l'esempio. Si schernisce, Molli. Non si sente una fonte di ispirazione, dice che è solo una persona che fa quello che le piace fare, e che si rifiuta di smettere di farlo quando una situazione avversa si presenta e potrebbe impedirglielo.
Ma questa non è la classica storia americana, anche se ne potrebbero certo fare un film, e magari qualcuno ci sta anche pensando. Non lo è perché manca il lieto fine: il 15 luglio, pochi giorni fa, Molli deve cedere, l'80% contro il suo 20, non lasciavano molte speranze e non sempre accadono i miracoli. Molli lascia Juan e i due gemelli Nicholas e Isabella, ma lascia anche un'eredità alla comunità dei triatleti, la voglia di vivere, la forza e la volontà possono portare distante, e regalare giorni felici anche mentre si affronta una terribile malattia. Ciao, Molli, e se c'è un Lassù, ecco da lì non ti arrabbiare se ogni tanto pensiamo a te e ne ricaviamo ispirazione.
Disco del Mese
Stavolta concedete l'autoreferenza. Il post del mese, anzi, i post, del mese, sono quelli dei 5 ragazzi di Zona Cambio (io, Master, Luigi, RunnerBlade e Pietro) che hanno partecipato all'Ironman di Klagenfurt.
Cliccando qui trovate la lista di tutti e 5 i racconti!
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