Di ritorno con il treno da Roma, più o meno a Lunghezza i vagoni si cominciano a svuotare.
A Tivoli Terme si dimezza ed a Guidonia e quasi vuoto.
Nell'ultima carrozza ci sono solo io con la mia bici.
Sento dei passi che si avvicinano.
E' il capotreno.
Mi guarda, poi va verso la bici, poi ritorno da me.
Vorrebbe dire, non dire, è tentato...poi mi fa
"è sua la bici?"
Che lince eh?
5 commenti:
noooooooooooooooo
torna l'incubo
in effetti, se non era tua se la portava a casa
Tutto quello che combinano non potrà mai rendermi indigesti questi personaggi. Anzi, il loro affaticarsi su e giù per treni affollati e malandati, questa loro ricerca continua ( anche se talvolta involontariamente umoristica o volontariamente pignola) del furbo, del portoghese, dell'indisciplinato è un esempio, come ormai se ne vedono pochi, dell'anacronistica volontà di compiere il proprio dovere. Io credo, infine, che se non ci fosse la loro surreale, ferroviaria autorità si viaggerebbe meno tranquilli: ci sarà pure un capotreno a Berlino!
Ste...ogni giorno ne inquadri uno....ciao Pierino
ahaha..era un pò che non tornavo a leggere le tue storie! E tra l' altro mi sono andato a rivedere le puntate precedenti della soap!
Scusa ma non è che il capotreno se la voleva inguattare? Secondo me se non fosse stata davvero la tua, Mr Linc s'era guadagnata la pagnotta!
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