Ieri pomeriggio, dopo un anno e mezzo, sono tornato di un campo di calcio(tto). La partita era palesemente imparti. In squadra con noi c’era, uno che non giocava da 7 anni, uno che fuma 7 pacchetti al giorno, uno che ha passeggiato per 7 minuti e poi (millantando la visione di gioco di Maradona) ha giocato da fermo, uno che si dopo 7 minuti gli si è contratto il muscolo, il portiere che dopo 7 minuti ne aveva presi 7, uno che “visto che ve ne andate tutti in attacco mo ci voglio andà pure io” ed il mio capo che a metà partita mi ha minacciato di redigere una pessima valutazione nei miei confronti dal momento che non gli passavo la palla. La partita è finita 20 a 3 più o meno, ma neanche questo è il problema. E’ vero, l’odore del campo e (della muffa) dei miei scarpini, mi ha ridato qualche brivido. E’ vero, qualche buona giocata mi è pure riuscita. Però. Però con la testa non c’ero. Lo dico sottovoce ed un po’ mi vergogno anche, a dirlo, ma mentre giocavo pensavo che avrei preferito farmi una bella corsetta. Per dirlo io, che riuscivo a fare 7 partite alla settimana, è una sconfitta. Io che ho giocato sotto la neve, alle 2 di notte perché prima il campo era prenotato, la sera prima degli esami, che avrei rinunciato a QUALSIASI cosa per dare due calci ad un pallone. Ma è così. Perlomeno oggi. Sarà che sto diventando asociale, che preferisco correre da solo con due cuffiette nelle orecchie piuttosto che scherzare con altre 15 persone su un campo in erba sintetica, ma è così. E un po’ mi dispiace. Sembra come aver lasciato una fidanzata.
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