venerdì 14 febbraio 2025

Inserire la palestra nella preparazione del triathlon (la sentenza definitiva?)

Riprendiamo il discorso della necessità (o meno) di inserire una prepazione aspecifica per il triathlon di potenziamento, soprattutto in palestra, visto che ultimamente mi chiedono il parere al riguardo.

Per rispondere a questa domanda vorrei tirare in causa una massima del mio riferimento cinofilo Francesco di LifeBound K9: alla maggiorparte delle domande la riposta giusta è o "dipende" o "sticazzi".

E allora giochiamoci subito il "dipende".

In numerosise occasioni ho già espresso il mio deciso disaccordo nell'inserire questo tipo di attività in una programmazione ben strutturata per il triathlon a parte qualche eccezione  (da me) ben motivata.

In estrema sitesi il mio pensiero è quello che se si ha tempo a disposiione per allenarsi, si hanno maggiori benefici complessivi  utilizzando una sessione extra di nuoto, ciclismo o corsa che una di palestra: se faccio un allenamento specifico, oltre a lavorare su un determinato stimolo squisitamente richiesto dal modello di prestazione del triathlon, ho anche un richiamo tecnico, non rischio di farmi male con una cattiva esecuzione, ed evito di sovraccaricare l'apparato muscolare e scheletrico in modo poi da poter svolgere con la giusta intensità i successivi lavori di qualità di ogni singolo sport.

Questo tipo di approccio è suggerito, tra l'altro da Brett Sutton (probabilmente l'allenatore più vincente del triathlon) e da Alexander Bu  (allenatore dei fenomeni norvgesi).

Però non voglio convincere nessuno, anche perchè, chiaramente, ci sono altrettante pubblicazioni scientifiche e altrettanti esempi vincenti che propoendono per questo approccio (Joe Friel, Matt Dixon e, sinceramente, un po' la maggiorparte di ogni "bravo "coach)

Il fatto è come sempre dico, non c'è una sola strada per raggiungere un determinato obiettivo, ma l'importante è che una volta che ci si affida ad un metodo, si seguano correttamente quelle direttive e linee guida.

E quindi se vi alleno io la palestra non si fa.

Per chi non alleno io invece, mi gioco la seconda risposta di cui sopra...

 

martedì 11 febbraio 2025

THE OLYMPIC BLOCK – Periodizzazione a blocchi per il triathlon su distanza olimpica

 

 

Il Team Panda e il PandaLab sono orgogliosi di presentarvi il programma di allenamento “THE OLYMPIC BLOCK – Periodizzazione a blocchi per il triathlon su distanza olimpica”: un mix strategico di blocchi altamente specializzati, progettato per garantire adattamenti fisiologici rapidi ed efficienti, permettendoti di affrontare la distanza olimpica con maggiore forza, resistenza e velocità.


Perché il Metodo Block Periodization?

La Block Periodization si differenzia dalla periodizzazione tradizionale perché concentra il lavoro su specifici adattamenti per periodi brevi e intensi, riducendo il rischio di stagnazione e massimizzando i guadagni di performance. I vantaggi includono:

Adattamenti accelerati – Ogni blocco mira a un obiettivo specifico, evitando dispersioni di energia.
Ottimizzazione del tempo – Perfetto per atleti con una preparazione mirata in pochi mesi.
Migliore gestione della fatica – Programmazione intelligente che bilancia carico e recupero.
Potenziamento della performance di gara – Testato su atleti d’élite per ottenere risultati concreti.


La Struttura del Programma

Il piano di allenamento è suddiviso in 3 blocchi, ognuno con un obiettivo chiaro e definito:

🔹 Blocco 1: Accumulation (3 settimane)

Obiettivo: Costruire una solida base di resistenza aerobica e forza muscolare per sostenere l'intensità dei blocchi successivi.
Allenamenti chiave:

  • Sessioni di fondo medio-lungo su bici e corsa per migliorare la capacità aerobica.
  • Lavoro di forza funzionale specifica per il triathlon.
  • Nuoto con focus su tecnica e resistenza aerobica.

🔹 Blocco 2: Transmutation (3 settimane)

Obiettivo: Convertire la resistenza costruita nel primo blocco in potenza e velocità.
Allenamenti chiave:

  • Ripetute ad alta intensità su bici e corsa per migliorare la velocità di soglia.
  • Transizioni rapide per simulare le condizioni di gara.
  • Nuoto con lavori anaerobici e di velocità.

🔹 Blocco 3: Realization (2 settimane)

Obiettivo: Ridurre il volume mantenendo l’intensità per arrivare freschi e pronti alla gara.
Allenamenti chiave:

  • Sessioni brevi e intense per mantenere la reattività muscolare.
  • Focus sul recupero.
  • Simulazioni di gara controllate.

📅 Settimana di Recupero Post-Gara

Dopo la competizione, un’intera settimana dedicata al recupero attivo per ripristinare le energie e favorire la rigenerazione muscolare.


Per Chi è Questo Programma?

🏊‍♂🚴🏃 Triatleti di livello intermedio e avanzato che vogliono migliorare i propri tempi.
Atleti con un tempo limitato per la preparazione che necessitano di un metodo efficace.
🔥 Chi vuole massimizzare la performance in gara senza sovraccaricare il corpo.


Cosa Ottieni con Questo Programma?

Un piano dettagliato con allenamenti giornalieri spiegati nel minimo dettaglio.
Strategie di gestione del carico e del recupero per evitare sovrallenamento.
Sviluppo della forza per ottimizzare la performance.
Tecniche di transizione veloci per migliorare la gestione delle fasi di gara.
Monitoraggio progressivo per valutare i miglioramenti settimana dopo settimana.


Preparati a Superare i Tuoi Limiti!

Con questo programma basato sulla Block Periodization, avrai tutti gli strumenti per affrontare la distanza olimpica con una condizione fisica eccezionale.

📈 Sei pronto a portare la tua performance al livello successivo?

🔥 Inizia oggi e raggiungi il massimo della tua forma il giorno della gara! 🔥

 

SCOPRI IL PROGRAMMA QUI

 

mercoledì 5 febbraio 2025

Gente che alleno ma che non sapevo di allenare

Dopo le mie ormai note rubriche "Gente che alleno" e "Gente che avrei potuto allenare", inseriamo di prepotenza una nuova rubrica!

L'altra sera ho ricevuto una messaggio da un atleta che alleno, con una sua foto insieme ad un altro ragazzo che mi salutavano.

Il fatto è che non so assolutamente chi sia  quel tizio!

Forse qualcuno che ha letto il mio libro o mi segue sui social...

Un rapido controllo ai social e... no... non mi segue...

Alla fine ho chiesto al mio atleta.

"Grazie del saluto... ma chi cazzo è quell'altro?"

"Mi ha detto che su Training Peaks mi segue La Cara"

"Ma dai..."

"Si, ha detto che ha te come coach"

Ecco, io ho 47 anni, ho perso parecchi capelli, la barca comincia ad imbiancarsi, e "qualcuno" mi ripete spesso che comincio a mostrare preoccupanti segni di senilità... MA NON SONO ANCORA COSI' RINCOJONITO DA NON RICNOSCERE I MIEI ATLETI!

La domanda dunque è: MA CHI CAZZO E' QUESTO?

mercoledì 29 gennaio 2025

Le tre fasi per l'approccio a un nuovo atleta da allenare

Quando si approccia un nuovo atleta da allenare ci sono tre fasi ben definite (almeno per me) che devono necessariamente essere trattate con attenzione.

Nell'ordine:
1) Capire chi avete di fronte
2) Capire l'atleta che avete di fronte
3) Far capire all'atleta che tipo di allenatore ha di fronte

L'ordine con il quale li analizzerò però non sarà lineare, ma solo perchè mi serve per una scrittura stilistica più efficace quindi beccatevelo così come viene.

Quando parlo del saper leggere oltre i dati significa che i dati si possono, appunto, leggere, misurare analizzare e dunque definire chiaramente: per questo il secondo punto è quello più semplice, quello al quale molti allenatori, anche estremamente competenti, si limitano.

Il terzo punto invece è basato prevalentemente sulla comunicazione: comunicazione del saper trasmettere e del saper ricevere.
E' un fattore fortemente e necessariamente legato anche all'empatia che si crea nel binomio coach-atleta.
Non è mai scontato e spesso è anche più improtante del secondo, o comunque ne è strettamente connesso.
Ho più volte detto che un coach può avere tutte le qualità possibili ma se non è  in grado di comunicare le sue idee, il suo metodo, le sue finalità e i suoi obiettivi, rimarrà incompleto.
Non è una caratteristica insita in ogni coach, ma ci si può lavorare.

Il primo punto invece, è quello fondamentale per costruire qualsiasi rapporto a lungo termine, ma troppo spesso non identificato o peggio neanche preso in considerazione.
Parte tutto da qui, ma sapete una cosa... non è nè semplice nè immediato, ci possono volere mesi o anni per definirlo perfettamente.

Oppure, come me, siete sensitivi e sapete percepire fenomeni di natura prevalentemente spirituale che gli altri non possono percepire, sbrigando la faccenda con mezzo minuto.

Ma questo è un dono, e non si compra in alcun negozio, e non si legge in alcun libro.

martedì 28 gennaio 2025

PANDA EKIDEN 2025

 

Come ogni anno, in questo periodo dove un po' di motivazione extra non fa mai male, abbiamo l'abitudine nel Team Panda di sfidarci in una competizione  fratricida: la PANDA EKIDEN.

Creiamo delle squadre da tre, dove ogni componente nel corso della settimana deve fare una prova specifica su una determinata distanza.

Le distanze che abbiamo determinato quest'anno erano:
NUOTO: 400mt
CICLISMO: 2km
CORSA: 1km

La squadra con il tempo migliore al termine della settimana vincerà un premio e, soprattutto, la gloria eterna!

Ed ecco finalmente i risultati...

La squadra vincitrice è... GLI ULTIMI SARANNO I PRIMI, composta dal nostro attuale vincitore del Criterium Panda 2024 Giacomo Angelini e dalla due new entry in squadra Luca Gravaghi e Umberto Pascale!

Sticazzi degli IronMan... ora possono dire veramente di aver raggiunto la gloria eterna!

mercoledì 22 gennaio 2025

Come gestire le difficoltà tecniche nel nuoto (spoiler: affrontandole)


Il nuoto, soprattutto per i neofi, è la frazione che presenta maggiormente difficoltà tecniche.

Quando alcuni atleti si approcciano al mio metodo di nuoto, mi aspetto prima o poi le solite considerazioni...

"Strong, io non so fare delfino"

"Va bene se non faccio la virata?"

"Non riesco a fare 9 bracciate senza respirare!"

E roba del genere.

Sapete come la penso... per migliorare nel nuoto, il modo migliore è nuotare.

Di conseguenza, per migliorare alcune difficoltà tecniche, il modo ottimare... farle!

Non sai fare delfino? 

Comincia con una sola bracciata e il resto a stile, la volta dopo ne farai due, poi tre e così via... e il delfino, per quanto mi riguarda, è il miglior esercizio di "tecnica" per migliorare lo stile libero.

E così la virata, le prime volte vi uscirà di merda, poi di merdina, poi di merduccia, fino ad arrivare ad una cosa decente.

Nove bracciate senza repirare chiaramente andranno interpretate con l'accorciamento della bracciata (aiuto!!!! davvero Strong ha scritto questa cosa? E lo SWOLF?) e una bassa intensità di esecuzione.

Dunque, quando vi lamentate del fatto che non state migliorando, cominciate magari a rivalutare questi aspetti!

martedì 7 gennaio 2025

Le abitudini del nuovo anno ed il ciclo delle stagioni

L'inizio dell'anno nuovo è un periodo che, nell'ambito della mia metodologia di allenamento, corrisponde solitamente a un nuovo macrociclo con determinate caratteristiche.

Se utilliamo l'autunno per rigenerarci fisicamente e mentalmente, l'inverno è la stagione che ci indirizza verso la fase specifica.

Indirizzare, in questo caso, significa adottare quelle abitudini che andremo poi a solidificare ed esaltare nella fase specifica primaverile.

Abitudine è un habitus, qualcosa che si indossa e qualcosa che si è, qualcosa che ci espone l'essenza ma anche "la grande guida" di Hume che ci indica la direnzione.

In sintesi, andremo ad utilizzare il modello settimanale prestativo ma anche genricamente di vita che svilupperemo, con conseguenti incrementi di volume e intensità a Marzo.

E' dunque questo il momento di fare sul serio?

Non ancora, ma comunque è finito il momento di cazzeggiare.

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